giovedì 25 settembre 2008

Merlin: la magia della tv

Fa piacere ogni tanto scoprire che la buona tv non arriva solo dagli Stati Uniti ma anche da questa sponda dell'Oceano.
Come sempre, però, non si tratta di produzioni italiane ma britanniche. Sto pensando a Merlin, recente produzione BBC in onda in questi giorni. Si tratta di una serie di 13 episodi che racconta le avventure del giovane Merlin (il quasi esordiente Colin Morgan), mago in erba ma già estremamente dotato. La storia inizia con il suo arrivo a Camelot governata da Re Uther Pendragon (il sempre bravissimo Anthony Head) che ha bandito la magia dal suo regno, pena la morte. Uther ha anche imprigionato nei sotterranei del castello l'ultimo drago, a perenne monito contro la magia (la cui voce è quella del grande John Hurt). Merlin conoscerà già nel primo episodio Artù (Bradley James), Ginevra (Angel Coulby), Morgana (Katie McGrath) e il suo mentore Gaius (Richard Wilson).

lunedì 22 settembre 2008

Fringe: Abrams è tornato.

E' sicuramente una delle serie più attese della nuova stagione televisiva insieme a Dollhouse: si tratta di Fringe, nuova creatura di J.J.Abrams (ormai più un brand che un autore) che ha legato il suo nome a successi come Alias e Lost.

giovedì 11 settembre 2008

È l'ora dei Vampiri: HBO True Blood

Ogni volta che la HBO, il network statunitense che si caratterizza per la produzione di tv di qualità, realizza e distribuisce un nuovo prodotto, l'attesa è tanta poichè ci si può facilmente trovare di fronte ad un prodotto di altissima qualità che allieterà i nostri mesi a venire. Non fa eccezione il lancio della nuova serie di punta per la prossima stagione, True Blood.

La storia è ambientata in Lousiana in un mondo dove i vampiri vivono a fianco degli umani grazie ad una bevanda, la True Blood del titolo, che consente ai vampiri di non doversi nutrire del sangue degli esseri umani. La protagonista è la cameriera Sookie (Anna Paquin) che possiede la facoltà di leggere nelle menti altrui. Un giorno Sookie incontra il vampiro Bill (Stephen Moyer) e scatta la scintilla.

Fin qui nulla di particolarmente originale ma i motivi di interesse sono molti. Innanzitutto il creatore della serie, quell'Alan Ball che lega il suo nome a film come American Beauty e a serie tv come Six Feet Under. La presenza di Ball fa sperare che la serie possa contenere una critica della società ben fatta come nei suoi precedenti lavori: per ora, ciò che si percepisce dal pilot è che il vampirismo è utilizzato come metafora di una minoranza. Infatti, i vampiri sono tra noi ma non sono ancora ben integrati e ben visti. La protagonista è malvista dai suoi amici appena dimostra interesse per il non morto; cacciatori di vampiri si aggirano per le strade della cittadina; una serie di omicidi di donne fa pensare che non a tutti i vampiri basta nutrirsi della bevanda sintetica.
Da quello che viene anticipato dal network, la storia d'amore sarà il motivo principale della serie ma Ball punta a giocare sul tema della morte con ironia e profondità, come aveva già fatto nella sua precedente esperienza alla HBO.

Altro motivo di interesse è l'impegno della HBO in un prodotto così fortemente caratterizzato da una scelta di genere horror. Può essere una scelta rischiosa per un network che ha sempre puntato ad un pubblico adulto cimentarsi in un filone che negli ultimi anni si è strettamente legato ad un pubblico giovanile: le serie tv Moonlight, Blade e Blood Ties (per non citare Buffy e Angel ma con Joss Whedon siamo su un altro pianeta), la saga letteraria di Twilight, i film di Dracula di Patrick Lussier, Underworld, e così via, tutti prodotti che non esisterebbero senza la svolta del 1987 segnata da The Lost Boys film diretto da Joel Schumacher e Near Dark diretto da Kathryn Bigelow, due film che hanno traghettato il genere verso il teen drama.

Dal punto di vista filmologico, la serie presenta una grande cura della fotografia che rende bene i chiaroscuri delle notti del profondo sud e una regia (che sarà spesso dello stesso Ball) che non si perde in un accumulo forzato di scene sincopate o troppo leccate. E come ulteriore pregio di ciò che fin qui la serie ci ha mostrato, non c'è una sovrabbondanza di effetti speciali, spesso usati per sopperire alla mancanza di idee.

Fin qui la serie è stata ben accolta dalla critica: bisognerà vedere se Ball riuscirà a costruire una mitologia che possa reggere sulla lunga distanza e, soprattutto, se avrà assimilato la lezione di Whedon.