Nick Fury è costretto a tornare sulla Terra quando scopre che una parte degli Skrull sta agendo segretamente per prendere il possesso del pianeta guidati dall'inarestabile Gravik (Kingsley Ben-Adir).
Secret Invasion è l'ultima produzione televisiva della Marvel, una mini serie "canon", cioè inserita nella narrazione ufficiale, che si focalizza sulla figura di Fury (Samuel L.Jackson), fin qui visto come spalla di tanti supereroi, in primis Captain Marvel con la quale nel suo film ha condiviso la prima parte - guardando cronologicamente la narrazione - dell'arrivo di eroi e alieni sulla Terra.
Partiamo dal dire che la serie - creata da Kyle Bradstreet, già autore di Mr.Robot - è risultata la meno amata da pubblico e critica nonostante il personaggio di Fury sia sempre stato uno dei preferiti dai fans. La storia, anche seguendo narrativamente ed esteticamente ciò che abbiamo visto fin qui, lascia perplessi in quanto dopo la (quasi) distruzione del pianeta da parte di Thanos, viaggi nel tempo, multiversi, l'universo intero, risulta essere da un lato troppo semplice e, contemporaneamente, troppo complessa per giustificare la non chiamata di un Avenger qualsiasi.
Così, ciò che si era (erroneamente) criticato all'uscita di Agents of Shield, diventa qui una falla laddove la prima serie della Marvel aveva invece preso una strada più coerente e ragionevole - eroi senza poteri che combattono e indagano casi a volte più grandi di loro ma mai inarrivabili -, con questi agenti dello Shield che si mostrano deboli e all'interno di una serie di eventi che lasciano perplessi anche su ciò che si è visto fino ad ora e che potremo vedere in futuro: [spoiler] Maria Hill (Cobie Smulders) muore quasi subito eliminando un personaggio secondario ma sempre presente accanto a Fury, Talos (Ben Mendelsohn) la segue poco dopo, scopriamo che da tempo Rhodey (Don Cheadle) era stato sostituito da uno skrull, stesso destino di Ross (Martin Freeman), nuovi personaggi ci fanno pensare a come si potranno sviluppare ed inserire nelle prossime linee narrative come G'iah (Emilia Clarke) e Sonia Falsworth (Olivia Coleman).
Insomma, tanto materiale da digerire, a volte non coerente, che brucia un topos del genere come la fiducia che, in un mondo di spie, non è data per scontata. E se da un lato è corretto evolvere le storie visto che siamo alla fase 5 del MCU, dall'altra sembra che il pubblico si stia stancando, avendo ormai visto di tutto, diventando difficile da stupire. Proprio per questo, ribadisco, la scelta di AoS - ad oggi la più amata subito sotto Ms.Marvel che però conta solo un pugno di episodi - è sempre sembrata la più corretta nello sviluppare storie nuove e coerenti con il MCU, tanto da durare sette stagioni e ben 136 episodi, fatto ormai raro in questi anni di produzioni brevi realizzate per attirare il pubblico un mese per poi sparire dal cuore del fandom.
La domanda - pleonastica visto che non siamo dentro alle dinamiche produttive ed economiche del MCU - è perché non sia stata percorsa la stessa strada anche qui visto che la storia si andava a focalizzare su l'agente dello Shield per eccellenza, potendo quindi andare ad indagare le sue reazioni di fronte a minacce più grandi di lui. Resta la scoperta di una moglie skrull e il suo ritorno nello spazio in attesa di rivederlo a breve in The Marvels.
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