lunedì 16 novembre 2009

V: gli alieni sono tra noi


Nel 1984 la WB (produttore) e la NBC (distributore), presentarono al pubblico televisivo una piccola rivoluzione della serialità di genere: V.
La serie scritta da Kenneth Johnson e prodotta da Daniel Blatt e Robert Singer, si propose come una grande novità poichè portava sul piccolo schermo una sci-fi in versione lusso, solitamente riservata al cinema, con un utilizzo di effetti speciali e, soprattutto, un progetto pubblicitario che rese il debutto della serie un evento. A distanza di 25 anni, V ha assunto quell'aurea cult dovuta - con gli occhi di oggi - a quell'aspetto camp e trash che piace ancora molto su prodotti datati.
Eppure la serie non scadeva nella banalità di tante produzioni anni Ottanta e andava a innestarsi in una tradizione di genere molto amata dal pubblico seppur innovandola con temi ancora oggi attuali.



Appunto dopo 25 anni la WB con ABC tentano di far rivivere i fasti passati. Ancora Johnson con Scott Peters propongo il remake della serie tentando una strada forse azzardata: infatti, dai primi due episodi si è già compreso come possa essere differente la struttura di partenza. Nell'originale gli alieni invadevano la terra e lentamente si insediavano in ogni ambito della vita terrestre per poi poco a poco rivelarsi in tutta la loro malvagità.
In questo remake veniamo subito a scoprire che gli alieni sono già tra noi da diversi anni e che si possono essere infiltrati in ogni luogo del potere, dalla politica alle forze dell'ordine. Esiste già una resistenza portata avanti da alieni ribelli anch'essi ormai integrati sulla terra.

Ciò che nella prima serie assumeva un tono a volte ironico (o ingenuo), qui diventa molto (troppo) serio. Si perde poi quell'alone di novità di "cinema in tv" visto l'alto standard delle produzioni contemporanee e quindi, stilisticamente, V versione 2009 non si distanzia molto da tante serie che vediamo sul piccolo schermo, soprattutto in HD. Dopo due puntate poi quelli che sembrano essere i personaggi principali non suscitano particolare empatia e simpatia e sono, a volte, fin troppo stereotipati. E le divise rosse della serie orginale erano molto più fashion.

La serie comunque ha ampie possibilità di crescita e di sviluppo e non è poco visto che la sci-fi più pura non è tra i genere che abbondano al momento. Dal punto di vista poi dell'aggiornamento dei temi, questo remake è profondamente nella società statunitense contemporanea, con tutte le sue fobie e paranoie. Senza scordare una critica ai media, vera arma di potere dei visitatori, sia nel 1984 che nel 2009.

Diamo ancora un po' di tempo alla storia per crescere e intanto godiamoci il gelido volto di Morena Baccarin che interpreta il capo degli alieni, Anna. Riuscira a far dimenticare la tanto cattiva Diana della serie originale?

4 commenti:

Francesco ha detto...

Ma lo trasemttono già anche in Italia?

Barbara Maio ha detto...

per ora va solo negli states....

Giada Da Ros ha detto...

L'originale era una metafora dell'ascesa nazista in Germania. Mi pare che qualcosa sia rimasto anche di quello. Questa volta però si vuole fare un'allegoria del terrorismo e son curiosa di vedere come lo sviluppano.

Fabrizio ha detto...

Italia: in primavera lo trasmetteranno su Joi e poi su Canale5