mercoledì 16 dicembre 2009

Il mondo reale di Virtuality


Uno dei dibattiti più ricorrenti tra critici e studiosi della tv riguarda l'attuale situazione della fantascienza, uno dei generi più di successo tra cinema e televisione e che più ha saputo fotografare attualità e politica nonostante le tante accezioni fantasy. Eppure, sono ormai pochi i prodotti di pura fantascienza sui nostri schermi (in attesa di Avatar, ovviamente....): Virtuality è uno dei pochi che sembra legarsi ancora ai canoni classici del genere. Una navetta spaziale con un equipaggio di 12 persone è in viaggio per una missione esplorativa che, dopo la partenza, si rivela essere l'unica speranza per la Terra destinata alla distruzione in poche decine di anni. L'equipaggio dovrà decidere se continuare la sua missione compiendo un viaggio lunghissimo per cercare nuove terre vivibili oppure tornare a casa e vivere gli anni rimanenti accanto ai propri cari.



Le poche righe di trama non rappresentano la complessità del prodotto: infatti, diverse sono le caratteristiche originali della serie. L'atmosfera generale richiama quella della fantascienza classica da 2001 a Alien ma con una novità rilevante: l'equipaggio a bordo della navetta è anche protagonista di un reality show diretto all'interno della stessa e visto da milioni di persone in tutto il mondo che, grazie a telecamente sparse in tutte le parti dell'astronave, possono seguire le vidende umane e lavorative dell'equipaggio. Un "Grande Fratello" spaziale che assume i connotati di una indagine psicologica agli estremi dove il premio è la vita o la morte (dell'intero pianeta). E a questi due livelli di narrazione, la realtà e lo show, si aggiunge la virtualità del titolo, cioè un software che consente all'equipaggio di creare mondi altermativi dove sfogare la forzata reclusione nella navetta. Il nodo di svolta è proprio in questo terzo livello dove un tredicesimo personaggio irrompe portando violenza e mettendo a dura prova i nostri eroi.

Lo show è creato da Michael Taylor e Ronald Moore, veterani della sci-fi con Battlestar Galactica, Star Trek NG e DSN, Caprica, e commissionato dalla Fox che però non lo ha confermato dopo il pilot che è stato trasmesso come tv movie. Non è escluso che il progetto possa venir ripreso da qualche altro network, ma questo stop è un peccato poichè il pilot ha mostrato un alto livello di maturità; i temi e la costruzione narrativa sono molto attuali e avrebbero potuto portare a sviluppi interessanti. Anche la scelta di far morire già nel pilot quello che fino a quel momento era stato il protagonista, denota una ricerca di profondità narrativa che avrebbe indubbiamente portato ad intrecci tra realtà diverse nello sviluppo della storia.
Senza contare una elevata cura del set design e una giusta scelta del casting per quel poco che si è visto.

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