lunedì 21 febbraio 2011

Breaking Bad e l'art television

L'avvento della tv via cavo a pagamento ha portato, negli States, ad un progressivo innalzamento della qualità televisiva. HBO ha ormai una tradizione ampia in questo senso con alcuni dei titoli più interessanti degli ultimi anni (The Sopranos, Six Feet Under, Oz etc.), ma anche AMC ha ormai da anni cominciato una rincorsa alla sua diretta concorrente con titoli come Mad Med e, appunto, Breaking Bad.



In breve, la storia è quella di Walter White (Bryan Cranston), un tranquillo professore di chimica del Nuovo Messico, sposato, con un figlio adolescente disabile ed una figlia in arrivo. Nel mezzo di questa vita frustrante e ordinaria, Walter scopre di avere un cancro ai polmoni e pochi mesi di vita. Cosa fare allora per assicurare un futuro tranquillo alla sua famiglia? Semplice, utilizzare le sue geniali qualità di chimico per cucinare metanfetamine. Per iniziare il tranquillo Walter chiederà aiuto al suo ex-allievo Jesse Pinkman (Aaron Paul), ora un piccolo spacciatore.

Una trama del genere sarebbe potuta degenerare rapidamente nel melodramma stile soap o in una serie completamente avulsa dalla realtà, perdendo rapidamente interesse. Invece, lo show creato da Vince Gilligan (X-Files) trasferisce ben presto l'interesse dallo sviluppo della trama a quello dei personaggi. Infatti, molti degli episodi della serie hanno poca o nulla azione mentre i dialoghi (o i silenzi) sono amplificati al massimo. Seguiamo Walter in quella che può essere definita discesa all'inferno o liberazione dalla sua vita banale, poichè Walter si rivela un genio che è stato obbligato dalla vita ad accontentarsi di un lavoro come il professore di Liceo che si rivela poco remunerativo e, soprattutto, arido di gratificazione. Nella sua attività criminale Walter rivela la sua vera natura in un lavoro che finalmente mette a frutto le sue capacità. E poco importa che in questa trasformazione Walter diventi anche un assassino.

Breaking Bad ha la sua forza nel riuscire a coinvolgere lo spettatore pur non facendo nulla per creare empatia verso i protagonisti. Certo, inizialmente parteggiamo per Walter che si trova sopraffatto dalla vita ma la facilità con cui è in grado di premere il grilletto per liberarsi di un problema o il modo in cui è capace di tenere testa ai grandi trafficanti di droga ce lo fa vedere in una luce diversa. La terza stagione si è conclusa con un cliffhanger non da poco che mette ancora in evidenza il carattere spietato di Walter e, quindi, la quarta stagione si annuncia come appassionante, se possibile più delle precedenti. Il cancro di Walter è comunque in remissione e questo da maggiore possibilità di sviluppo alla storyline......

Da sottolineare come la serie si faccia lodare anche per la messa in scena e la fotografia, lontanissime dalla piattezza televisiva ma, anzi, molto vicine al cinema - se non superiori.
Un paragone con le nostre produzioni nazionali è impensabile ma Breaking Bad è alto anche per gli standard statunitensi (anche per i costi). Restiamo in attesa della quarta stagione attesa per la prossima estate.

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