domenica 17 aprile 2011

Six Feet Under e la morte in tv


Tornando in argomento HBO, il post odierno è dedicato a Six Feet Under, primo grande successo di Alan Ball per il canale via cavo a pagamento.
La serie racconta la storia della famiglia Fisher, titolare di una agenzia funebre. Nel primo episodio il padre muore per un incidente d'auto e la moglie, i due figli maschi e la figlia adolescente dovranno rivedere la loro vita e la loro posizione in essa.
La moglie si scoprirà essere più autonoma di quello che mostrava - avendo anche un amante -, il figlio maggiore deve tornare in famiglia e prendersi la responsabilità dell'agenzia insieme al fratello minore che, invece, ha sempre lavorato con il padre. La figlia, a metà strada tra arte, depressione e droghe, dovrà crescere forzatamente.



La storia ha il focus sugli sviluppi dei personaggi, come singoli e in relazione ai rapporti familiari, ma il punto di partenza è sempre la morte. E i morti vivono accanto ai vivi, con il padre defunto che segue la sua famiglia, compare nei loro sogni, appare nelle loro visioni ad occhi aperti. E così gli altri defunti che diventano voci della coscienza dei protagonisti. La serie alterna il melodramma a momenti di comicità, spesso legati ad un humor nero inevitabile visto l'assunto di partenza.

La serie (2001-2005) ha dimostrato come Alan Ball sia attento ai suoi personaggi e come li riesca a far crescere a tutto tondo. Infatti, l'autore e premio Oscar (nel 1999 per la sceneggiatura di American Beauty), ha più volte dichiarato di preferire la tv poichè consente maggiore spazio di crescita ai personaggi. E c'è da crederci visto che il progetto successivo è stato poi True Blood.

Diversi gli studi sulla serie: segnalo Reading Six Feet Under a cura di Lawson, Akass e McCabe e il saggio di Jane Feuer HBO and the Concept of Quality Television contenuto in Quality Tv a cura di Akass e McCabe. In quest'ultimo saggio Feuer evidenzia come la serie si avvicini più al cinema Europeo che al concetto generico di qualità televisiva, per le scelte estetiche, di regia e di sceneggiatura, con forti accenni al simbolismo legato alla morte. In ogni caso, qualcosa di diverso, come nella mission HBO.

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