venerdì 4 aprile 2008

Italian Nightmares

Aggiungo questo post da Manchester dove si è da poco conclusa la conferenza New Nightmares ospitata dalla Manchester Metropolitan University.
Per due giorni si è discusso sugli sviluppi dell'horror contemporaneo analizzando cinematografie anche lontane tra loro come la produzione Turca e Brasiliana e con studiosi provenienti da tutto il mondo.



Il mio intervento si è concentrato su Dario Argento e Pupi Avati. Questi due autori rappresentano una parte importante dell'horror italiano contemporaneo, ed è interessante notare come, pur essendo entrambi due autori prevalentemente cinematografici, entrambi si siano confrontati con il mezzo televisivo.

Pupi Avati ha iniziato la sua carriera proprio con il genere horror dimostrando subito un suo stile ed una sua estetica ben definita: importanza delle locations, atmosfere gotiche e surreali, poca violenza e sangue a favore di un horror più intellettuale.
Giocando anche con gli stereotipi del genere (gli zombies di Zeder o le oscure presenze de Il nascondiglio), Avati predilige un horror quasi suggerito più che mostrato.
Nel 1995 realizza la mini serie Voci Notturne per la Rai: in questo frangente Avati ibrida il thriller con l'esoterismo e l'occultismo. Pur lavorando con il mezzo televisivo, Avati non rinucia al suo stile e la mini serie risulta una delle migliori viste sugli schermi nostrani.

Dario Argento ha sempre lavorato sul genere horror spesso ibridato con il thriller. Queste due anime sono perfettamente rappresentate dalle sue esperienze televisive.
La porta sul buio (Rai, 1973) è una mini serie antologica composta da 4 episodi da 1 ora. Argento presenta in prima persona gli episodi (come Serling ed Hitchcock prima di lui) e ne dirige due, Il Tram e Testimone oculare. I genere scelto è il thriller ed Argento riporta sul piccolo schermo lo stile scelto per i suoi primi film.
Più recentemente Argento si è di nuovo misurato con il mezzo televisivo, nel 2005 e 2006, con la serie antologica Masters of Horror nella quale ha diretto due episodi, Jenifer e Pelts.
In questo caso l'autore ha scelto l'horror più estremo legato al gore e allo splatter.

E' interessante notare come in entrambi i casi, i due cineasti passando dal cinema alla tv, non fanno del mezzo televisivo un limite ma anzi, lo utilizzano per esternare la loro autorialità in modi diversi dal solito.

Libri per approfondire: Pupi Avati e L'eccesso della visione su Argento.

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