lunedì 31 agosto 2009

Warehouse 13 e le nuove frontiere del fantasy

Dal 1993, anno di esordio sul piccolo schermo di X-Files, è indubbia l'influenza che la serie di Carter ha avuto su tutta la successiva produzione seriale. Meccanismi narrativi, ibridazione di generi, atmosfere surreali, salde radici nella cultura popolare, nella mitologia, nella storia più o meno ortodossa, ne hanno fatto un prodotto originale e inconfondibile. Certo X-Files non nasce dal nulla ma attinge a piene mani ad altri prodotti televisivi (The Night Stalker, Twilight Zone solo per citarne due), ma propone comunque una formula che si è saputa imporre come marchio autoriale.


Questo preambolo è per presentare la serie Warehouse 13, prodotta dalla Universal e andata in onda da poche settimane su SyFy. La storia è quella di due agenti dei servizi segreti americani, che vengono reclutati a forza da una divisione molto riservata dell'FBI per indagare su accadimenti strani e inspiegabili. Se da questa breve trama è complicato distinguere Warehouse 13 da X-Files (o da Fringe, tanto per citare un altro erede della serie di Carter), questa nuova serie presenta sicuramente alcuni tratti che meritano attenzione.

In primis, tra i creatori e sceneggiatori della serie figura Jane Espenson che ha firmato alcuni dei prodotti più interessanti della tv contemporanea, da Buffy a Dollhouse, da Battlestar Galactica a Caprica mentre tra i produttori troviamo Drew Greenberg (Buffy, Firefly, Dexter).

La storia è molto simile ad altre già viste e riviste, ma parte da un assunto diverso: infatti, i nostri due eroi hanno più che altro i ruoli di magazzinieri cioè devono scovare preziosi e pericolosi reperti per poi chiuderli in un enorme magazzino sotterraneo e segreto che ricorda molto quello visto nella scena finale del primo Indiana Jones (quello dove viene riposta l'arca dell'alleanza, per intenderci). In questa avventura sono coadiuvati dal Dr.Nielsen - che ricorda come ruolo e come atteggiamento il Dr.Bishop di Fringe -, esperto di antichi manufatti e magia.
Originale la location dello studio di Nielsen che vive isolato in cima al grande magazzino in un ambiente estremamente moderno ma dal look molto classico, con computer e schermi che sembrano provenire direttamente dal medioevo.

Il tono del racconto punta molto sull'ironia e sul gioco di ruolo tra i due protagonisti, gli agenti Pete e Myka che si conoscono già da prima dell'incarico ma non sembrano amarsi troppo. Eppure sono pronti a completarsi e sostenersi a vicenda già dai primi minuti della loro avventura. La struttura narrativa portante - almeno in questi primi episodi - si concentra su una storyline autoconclusiva da "mostro della settimana" o, per essere più corretti visto il plot, da "oggetto della settimana". E' però certo che, se la serie dovesse ottenere successo e proseguire, dovrà puntare su una narrazione orizzontale più sviluppata.

Aspettiamo con interesse gli sviluppi di questo nuovo prodotto in bilico tra archeofantascienza, horror e humor, in una nuova declinazione del fantasy televisivo.

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