lunedì 18 ottobre 2010

The Gates: non aprite quel cancello

Come anticipato nel post precedente, l'attuale stagione televisiva statunitense è caratterizzata da una prevalenza di serie che declinano il sovrannaturale in formule diverse.
The Gates rientra in questo trend: prodotta dalla ABC e dalla Fox, vanta un pedigree di qualità. I creatori, infatti, sono Richard Hatem (Supernatural, Lost Room, La zona morta) e Grant Scharbo.



La storia è quella di un poliziotto che si trasferisce con la sua famiglia dalla violenta Chicago a The Gates, una sorta di paese-condominio racchiuso tra cancelli e mura, dove gli abitanti dovrebbero vivere in serenità al riparo dalla violenza del mondo esterno. Ciò che scopriamo subito è che in realtà la violenza è dentro a The Gates e che i suoi abitanti sono vampiri, lupi mannari, streghe, etc.

Il tema è uno di quelli molto legati alla cultura statunitense dove la provincia nasconde segreti impensabili dietro ad una apparenza idilliaca. Da Twin Peaks a Desperate Housewifes, il tema è caro agli americani che amano scavare in profondità nei loro più profondi segreti.
Ma la serie si inserisce con sicurezza anche in un percorso oggi più che affermato, dove creature sovrannaturali convivono insieme, più o meno pacificamente. Il rischio però è quello di lavorare per accumulo e di ritrovarsi nella storia troppi percorsi. Ed è, infatti, quello che accade in The Gates che non convince pienamente anche perchè sembra mancare totalmente l'ironia in una storia che invece ne richiederebbe molta per poter fare affezionare il pubblico, anche perchè l'investigazione del protagonista non si può ricondurre pienamente ad un police drama, mancandone di coerenza e compattezza.

La serie è ora alla sua prima stagione e ha sicuramente margini di sviluppo. Bisognerà vedere se gli autori riusciranno a tenere la storia orizzontale coesa senza dimenticare di inserire qualche episodio stand alone da "mostro della settimana", che è, semplificando, la formula del successo di serie come X-Files e Fringe.

1 commento:

Giada Da Ros ha detto...

A me ha lasciato piuttosto tiepida. Il pilot prometteva anche, ma poi è diventato un po' troppo poliziesco. Ho apprezzato le parti alla "Dark Shadow", molto meno l'atmosfera alla "Twilight". E ho spesso di vederlo.
Ho notato il "restratint" Frank Grillo con i vestiti addosso è una rarità. ;o)