Liberace è un pianista all'apice del successo. La sua cifra estetica è data dall'eccesso, dal camp, dall'uso di pellicce e lustrini portato all'eccesso. Ma è anche l'artista più pagato nell'America degli anni Sessanta e Settanta in America. Ed è gay. Ma per la salvaguardia della sua immagine la cosa viene messa a tacere, nonostante le apparenze ben poco virili. Alla fine degli anni Settanta, già quasi sessantenne, Liberace conosce Scott, un giovane addestratore di animali e lo assume come assistente personale. I due iniziano una storia d'amore che assume tutti gli aspetti di un vero matrimonio e dura cinque anni, terminando di fronte agli avvocati. Liberace sceglie un nuovo, giovane fidanzato e Scott torna ad una vita normale, dimenticando gli eccessi degli anni accanto all'artista che, in punto di morte, lo chiama accanto a sé per un ultimo saluto da amici.
Il film per la tv Behind the Candelabra diretto da Steven Soderbergh per la HBO affronta la controversa figura di questo artista che ha anticipato l'idea del performer a 360°, dentro e fuori dal palco. Il film - come detto per la tv ma si prevede una uscita anche cinematografica - è stato in concorso a Cannes e rappresenta un prodotto di altissimo livello con i due protagonisti interpretati da Michael Douglas, in una delle sue performance migliori, e Matt Damon, ma anche il cast di contorno vede nomi del calibro di Dan Aykroyd, Scott Bakula, Debbie Reynolds, Rob Lowe.
La storia è raccontata in maniera estremamente godibile, senza pause, con la coppia che si avvicina sempre più e si immerge nel lusso più sfrenato e appariscente. Il rapporto tra i due, anche per la differenza di età, assume presto i contorni di una relazione padre-figlio virata verso l'ossessivo con Liberace che costringe il suo pupillo ad una plastica facciale per assomigliarli. Scott, giovane e senza famiglia, cede volentieri a questo rapporto sicuro e pieno di attenzioni. La storia è raccontata in forma ciclica: all'inizio è Scott che spodesta il vecchio compagno di Liberace pensando di essere il prediletto ma, nonostante le promesse di amore, la promessa di adottarlo e di inserirlo nel testamento, l'acquisto di una casa tutta sua, dopo cinque anni sarà lui ad essere spodestato da un amante più giovane. I due protagonisti sono in gran forma e offrono entrambi una interpretazione che rifugge dai facili stereotipi della macchietta gay. I corpi sono ostentati: quello giovane e palestrato di Scott e quello in decadimento di Liberace. Le operazioni chirurgiche alle quali i due si sottopongono, sono mostrate come in un documentario.
Tutto è divertente e drammatico, sfavillante e suadente, ed il film è lì a dimostrare come il confine tra cinema e tv sia sempre più labile.
La storia è raccontata in maniera estremamente godibile, senza pause, con la coppia che si avvicina sempre più e si immerge nel lusso più sfrenato e appariscente. Il rapporto tra i due, anche per la differenza di età, assume presto i contorni di una relazione padre-figlio virata verso l'ossessivo con Liberace che costringe il suo pupillo ad una plastica facciale per assomigliarli. Scott, giovane e senza famiglia, cede volentieri a questo rapporto sicuro e pieno di attenzioni. La storia è raccontata in forma ciclica: all'inizio è Scott che spodesta il vecchio compagno di Liberace pensando di essere il prediletto ma, nonostante le promesse di amore, la promessa di adottarlo e di inserirlo nel testamento, l'acquisto di una casa tutta sua, dopo cinque anni sarà lui ad essere spodestato da un amante più giovane. I due protagonisti sono in gran forma e offrono entrambi una interpretazione che rifugge dai facili stereotipi della macchietta gay. I corpi sono ostentati: quello giovane e palestrato di Scott e quello in decadimento di Liberace. Le operazioni chirurgiche alle quali i due si sottopongono, sono mostrate come in un documentario.
Tutto è divertente e drammatico, sfavillante e suadente, ed il film è lì a dimostrare come il confine tra cinema e tv sia sempre più labile.
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