Prendo spunto da un artico pubblicato ieri sull'Huffington Post nel quale viene messo in evidenza come oggi la cultura sia alla portata di tutti. Servizi di condivisione legale di libri, musica e film che, a fronte di un piccolo prezzo (circa 30$ al mese) offrono accesso ad un numero di prodotti potenzialmente illimitato. Effettivamente, le cose sono cambiate parecchio inpochi anni. Mi sono laureata nel 2000 e per trovare libri sulla televisione americana (senza spendere un patrimonio ordinandoli da Amazon US) dovevo passare ore alla biblioteca della Rai o al Centro Sperimentale, prendendo appunti e facendo fotocopie. E non si trovavano tutte le fonti che si desideravano. Giorni e giorni persi solo per trovare i giusti riferimenti quando oggi basta un click per avere a portata di video migliaia di pagine nelle quali è possibile ricercare la parola chiave che ti interessa. Il tutto comodamente da casa.
Ma il punto che mi interessava dell’articolo – e che viene solosfiorato – sono i Mooc. Di cosa stiamo parlando? Con il termine Mooc (Massive Open Online Course) si intendono corsi di vari livelli e argomenti, gratuiti e massivi. Non si tratta di Università Telematica (che è a pagamento), non si tratta di corsi universitari a distanza (che, oltre ad essere a pagamento solitamente prevedono un esame finale in presenza), non si tratta Università tradizionale. Un corso Mooc viene offerto da una piattaforma dedicata, ci si iscrive rapidamente e si sceglie il corso preferito. Basta avere una connessione internet abbastanza veloce. E conoscere le lingue straniere, soprattutto l’inglese. Solitamente, segui il tuo corso attraverso delle video-lezioni, studi i testi consigliati (spesso testi gratuiti reperibili sul web e linkati nelle risorse del corso), svolgi i quiz proposti e alla fine ottieni un certificato di svolgimento delcorso. Vediamo meglio come.
Chi offre i Mooc?
L’offerta è ampia e varia, specialmente negli Stati Uniti dove i Mooc stanno proliferando così come le critiche e le polemiche a questo sistema. Polemiche legate soprattutto a due domande: “Chi ci guadagna con i Mooc?” e “I Mooc stanno svalutando la cultura universitaria?”. Infatti, anche se in teoria qualunque argomento può essere proposto come tema per un Mooc tenuto da un esperto del campo, i Mooc di cui si parla molto oggi sono offerti da prestigiose università: Columbia, Princeton, Yale, Wesleyan, Harvard, M.I.T., solo per citarne alcune. Qualunque argomento può essere trattato: dalla fisica quantistica, al fotogiornalismo, dalla paleobiologia alla criminologia forense, dall’egittologia alla letteratura storica. Non voglio entrare qui nel merito economico dei Mooc perché non ho le competenze giuste; penso però che organizzare un Mooc ben fatto costi tempo e soldi a chi lo propone e costi molti soldi per l'organizzazione della piattaforma spesi dal gestore di turno. Probabilmente chi li organizza ha interesse a fare pubblicità alla sua Università e al suo corso mentre molti progetti di piattaforme Mooc sono presumibilmente sponsorizzati da enti pubblici e fondi di ricerca statali e universitari visto che, di norma, i fondatori e responsabili di questi siti sono tutti docenti e ricercatori di prestigiose università.
Quali piattaforme offrono iMooc?
Coursera e EdX sono due delle piattaforme più di successo ma abbiamo Open2study, OpenSap, Coursesites, Canvas e molte altre. Non è ancora emersa una piattaforma italiana ma corsi in italiano (pochi) possono trovarsi anche su Iversity e lo stesso Coursera.
Tante altre piattaforme offrono corsi gratuiti online (ad esempio www.Saylor.org che offre interi corsi universitari divisi per singoli argomenti) ma spesso la discriminante per essere definiti Mooc è la sincronia dell’insegnamento. Nella definizione usata oggi, un corso per essere Mooc deve essere sincrono cioè le lezioni hanno un inizio, delle scadenze e un termine. Le lezioni vengono fatte ad hoc per quel singolo corso e, nel caso il corso dovesse ripetersi in una altra edizione, le lezioni devono (dovrebbero) essere registrate nuovamente ed eventualmente aggiornate. Non si tratta quindi di singoli corsi impacchettati e completi e fruibili quando si vuole.
L’esperienza Coursera
Ho iniziato la mia personale esperienza con i Mooc a giugno scorso e ad oggi ho completato o sto completando 9 corsi: Archeologia (Brown), Fotogiornalismo (London University), Moderno e Postmoderno (Wesleyan), Paleobiologia (Alberta University), Storia del Mondo dal 1300 (Princeton), Il linguaggio di Hollywood (Wesleyan), Introduzione alla Filosofia (Edinburgh University), Historical Fiction (University of Virginia), The Kennedy Half Century (University of Virginia). Tutti questi corsi, a parte Paleobiologia, si sono svolti in maniera rigorosamente sincrona, con scadenze settimanali da rispettare rigorosamente (se si vuole completare il corso con successo). Quello di Paleobiologia, invece, ha avuto una data di inizio ma è stato rilasciato subito tutto il corso – quiz compresi – da completare entro le 12 settimane successive.
Sono una studentessa diligente: completo tutti i compiti entro la data precisa, ottengo buoni voti (anche se tutto è da scrivere in inglese) e mi sto divertendo moltissimo. Se da un lato seguo corsi affini al mio percorso di studio (cinema, letteratura), sto anche sperimentando argomenti che mi appassionano (i dinosauri, ad esempio) ma che non ho mai potuto studiare permancanza di tempo (e soldi). Il livello di questi corsi è buono o molto buono, se non ottimo. Il mio livello di preparazione è un Dottorato di Ricerca e diversi corsi post lauream e, comunque, ho trovato la maggior parte delle cose studiate in questo ambiente formative e stimolanti.
I quiz a risposta multipla hanno una soluzione immediata mentre a volte viene richiesto di scrivere un breve saggio e altri 5 studenti lo correggeranno e così faccio io con altri 5 colleghi. I forum di tutti questi corsi sono ovviamente frequentatissimi. C'è anche qui su Facebook un gruppo dove si "riuniscono" gli studenti Coursera italiani per scambiarsi opinioni e suggerimenti. Parliamo di corsi seguito mediamente da 10.000 studenti attivi. Naturalmente viene a mancare il rapporto diretto con i docenti che comunque interagiscono tramite il forum stesso o i social network. Comunque, è un problema da scontare ben poco rilevante rispetto al fatto che gratuitamente, da casa, posso seguire un corso di Yale o di Princeton che, altrimenti, mi sarebbe stato inaccessibile. Questi corsi non rilasciano crediti universitari ma solo un certificato di svolgimento del corso che viene rilasciato solo se esso viene portato a termine in tutte le sue parti e con risultati buoni nei test.
Ma allora quale può essere lo scopo di questi corsi? Alcune università offrono un servizio a pagamento (poche decine di dollari) per il quale si ottiene una sorta di profilo certificato che farà valere maggiormente il corso effettuato on line in caso poi di successiva iscrizione in presenza alla stessa università. Si può poi concordare, prima di iniziare un corso, conla stessa università, l’eventuale riconoscimento di crediti formativi.
Per ora il tutto è in una fase sperimentale ma alcune considerazioni si possono fare pensando a futuri sviluppi e utilizzi. Per prima cosa questo sistema potrebbe essere utile ad uno studente di liceo che non sia ancora sicuro sulla carriera universitaria da intraprendere. Cominciare a studiare determinate materie ad un livello da College può chiarire le idee (e limitare il numero di abbandoni al primo anno di università); questi corsi possono essere una piacevole integrazione ad un corso svolto in presenza, un approfondimento magari su un tema specifico non trattato a lezione in aula; possono essere utili a docenti delle scuole medie e superiori per aggiornarsi su un determinato argomento senza spendere soldi; per l’Università può essere un biglietto da visita per attirare nuovi studenti; per studenti che vivono in luoghi lontani da centri di formazione superiore può essere un modo per non perdere troppo terreno negli studi in attesa magari di frequentare poi un corso universitario in presenza; in futuro, potrebbe essere un modo – specialmente per facoltà molto affollate – per organizzare una sorta di anno propedeutico alla vera frequenza così da sfoltire gli iscritti da chi è poco convinto e motivato; per i paesi del Terzo Mondo potrebbe essere il mezzo per fornire una istruzione superiore, magari fornendo in loco un hub che metta a disposizione degli studenti i dispositivi informatici necessari; può essere un hobby interessante e formativo per chi farebbe di tutto pur di non andare in palestra…..
Insomma, le critiche che leggo in giro soprattutto da amici e colleghi statunitensi possono essere sicuramente fondate (non conosco a fondo il sistema universitario americano e quindi mi sfugge come i Mooc possano essere causa o concausa della crisi del sistema universitario locale…) ma per ora vedo solo molti lati positivi e tante opportunità di approfondire temi interessanti!
A quando una piattaforma italiana?
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