Metà degli anni Ottanta, in una piccola cittadina dell'Indiana. Sparisce un bambino e una bambina che sembra avere poteri telecinetici compare, invece, dal nulla. Lo sceriffo locale, la madre del bambino scomparso e i suoi amici, cercano di fare luce sulla vicenda.
Stranger Things è la nuova serie Netflix rilasciata pochi giorni fa senza troppa enfasi e che invece sta riscuotendo tantissimo interesse di pubblico e critica. Prodotta e diretta dai fratelli Matt e Ross Duffer, già insieme per Wayward Pines, si denota come un'enorme e continua citazione/omaggio al cinema di Spielberg e, più in generale, degli anni Ottanta. Da Incontri ravvicinati del terzo tipo a E.T. a Fenomeni paranormali incontrollabili, la serie accumula riferimenti senza risultare stucchevole o scadere nell'ovvio.
I personaggi, anche quelli molto giovani, risultano credibili e giustamente approfonditi e la costruzione della storia si presta al rilascio unico della serie che non chiude ogni capitolo con un cliffhanger ma si prende i suoi tempi per sviluppare la storia in una traiettoria chiara ma non scontata.
Anche il cast è da elogiare per la presenza di Wynona Ryder che trova una ottima parte nella madre che non si rassegna alla perdita del figlio e quella di Matthew Modine nel ruolo di uno scienziato dalla morale dubbia.
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