Manca una settimana al ritorno di Agents of Shield, la serie ABC/Marvel che, al momento, riesce ad incarnare alla perfezione ciò che una serie supereroica dovrebbe avere. Infatti, lato DC Comics le serie tv che si stanno moltiplicando (Arrow, The Flash, Supergirl, Legends of Tomorrow) sembravano dover monopolizzare il mercato ma, una dopo l'altra, hanno mostrato carenza di scrittura e di carattere, andando molto, troppo, a soddisfare un fan service ossessivamente alla ricerca della storia d'amore della stagione.
La Marvel ha diversificato la sua produzione tra ABC e Netflix, proponendo serie diverse per stile ed estetica. Il pubblico e la critica hanno incensato le serie del canale a pagamento ma esse si pongono più come un lungo film, come una storia unica nel formato breve della miniserie, che come una vera e propria forma di lunga serialità. Inoltre, hanno potuto usufruire di un budget di alto livello che i network generalisti non possono minimamente avvicinare.
Agents of Shield calca, invece, la struttura, narrativa e produttiva, propria della serialità più classica. Accusata a rotazione di essere troppo veloce, troppo lenta, con pochi supereroi, con troppi supereroi, AoS porta avanti con coerenza un discorso sul senso di appartenenza, sulla famiglia, sull'accettazione di noi stessi e degli altri e non ha paura di cambiare, di distruggere e di ricostruire. Ha creato la storia della nascita di un supereroe Skye/Daisy/Quake che abbiamo conosciuto ben prima che diventasse tale, potendo vedere dalle origini cosa si perde e cosa si guadagna quando si accettano sfide più grandi di noi.
Gli eroi della serie sono fallibili, deboli, egoisti e fragili, ma affrontano ogni sfida a testa alta, sempre pronti al sacrificio per il bene più grande. A partire dal protagonista Phil Coulson che arriva nella serie proprio dopo essere morto in The Avengers, sacrificandosi per fermare nientemeno che un dio asgardiano. Coulson è il catalizzatore della serie: intorno a lui si sviluppano le storie del suo team che somiglia sempre di più ad una famiglia e si costruisce la storia con Daisy, sua protetta che incarna a turno la figura di figlia, di compagna, di partner.
Le prime tre stagioni hanno esplorato questo rapporto lasciando i due protagonisti divisi e su fronti opposti dopo che Daisy si è emancipata proprio da Coulson e, di conseguenza, dallo Shield. Nella quarta stagione i creatori hanno deciso di cambiare le carte in tavola. Arriva Ghost Rider, inserendo un altro personaggio dei fumetti, ben noto agli appassionati, che sembra si scontrerà con i nostri eroi per diventarne, forse, un alleato. La scelta dimostra come la produzione creda alla serie che è sempre stata in bilico poichè poco amata dal pubblico ma che conta uno zoccolo duro di fans che ne apprezzano la coerenza narrativa.
Una serie dove si soffre (Joss Whedon è tra i creatori, quindi.....) ma che lascia soddisfatti e pieni di idee su cui ragionare. Una serie di supereroi dove, però, il focus narrativo è sul personale dei protagonisti più che su scene di azione ed effetti speciali che, comunque non mancano.
Tra sette giorni AoS ritorna e, se ancora non lo state facendo, guardatela con attenzione: non resterete delusi!
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