giovedì 13 agosto 2020

Agents of Shield - Recensione 7x12-13 "Series Finale"


Con gli ultimi due episodi "The End is at Hand" e "What We're Fighting For" si chiude definitivamente Agents of Shield, una serie che ha faticato non poco ad imporsi e a sopravvivere, una serie che ha navigato nel periodo in cui la serialità è stata profondamente cambiata dall'avvento dei tanti canali di streaming che hanno modificato a fondo il paradigma produttivo delle produzioni seriali e, al contempo, è stata sempre sotto l'influenza del MCU dovendo tenersi al passo con esso senza interferire. 

AoS è riuscita in tutto, emancipandosi dalla Marvel e imponendo le sue storie e i suoi personaggi, riuscendo in sette anni (136 episodi, un record nelle produzioni odierne) a creare un intero universo sempre nuovo e fresco. 

                                                      ***Spoilers***

La serie si chiude con un omaggio alla scena finale del pilot con Coulson e Lola (nel pilot con Skye) in volo verso nuove avventure. Giustamente l'ultima scena è dedicata all'uomo che è all'origine della serie stessa con la sua resurrezione, con il suo spirito di sacrificio e con la sua voglia di creare una famiglia, non necessariamente biologica ma non per questo meno forte.

La 'famiglia' è quello per cui combattiamo, quello che ci fa andare avanti e ci da la forza di combattere e rialzarci. Ed è proprio in quest'ottica che il finale può essere letto come dolce-amaro: l'ultima scena è la più importante e rende il resto dei due episodi come una semplice risoluzione del problema Chronicoms-Malick in attesa di capire come verrà risolta la storia del team. Ed infatti, l'incontro del team un anno dopo ci mostra come alla fine ci sia un lieto fine per tutti (dolce) tranne che per Coulson (amaro).

Mack e Yo-Yo sono insieme e proseguono la storia dello Shield, Daisy, Sousa e Kora sono nello spazio con una loro missione, anche May è ancora nello Shield ma nella neo Coulson Academy come insegnante, in un ruolo diverso, meno fisico, ma che comunque segue le sue inclinazioni di protettrice e mentore che ha sempre avuto, Fitz e Simmons si sono ritirati per fare i genitori e godersi la vita senza rischi. 

L'unico che resta escluso da questo dolce finale è Coulson che è solo e ancora alla ricerca della sua nuova identità, sempre con l'opzione di spegnersi ma anche con la voglia di vedere il mondo e magari, in futuro, riunirsi con parte del team. La serie ha perso l'occasione di andare più a fondo sulla sua situazione e così vedere Coulson andare via da solo dopo che ha speso tutta la sua vita - e anche oltre - a costruire una famiglia, lascia un sapore amaro.

Il finale, comunque, funziona anche perché ormai gran parte del fandom pendeva dalla parte dei FitzSimmons che sono diventati sempre più vitali nella struttura narrativa mentre grande disappunto hanno ricevuto i Phillinda shippers che non hanno avuto il finale desiderato, neanche le briciole di un flashback di Tahiti o un bacio d'addio.

Con tutti i suoi difetti, AoS resta comunque una grande serie che ha saputo sfruttare una nicchia del MCU e si è fatta largo con determinazione e originalità, rifuggendo da semplici escamotages o dall'uso spregiudicato del fanservice. Nei suoi sette anni la serie ha giocato con tanti temi della fantascienza e del mondo dei supereroi, sempre però mantenendo il fulcro sul tema della famiglia, degli affetti, dei legami che rendono la vita degna di essere vissuta.

Ci risentiamo nei prossimi giorni per una analisi della settima stagione e della serie intera!

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