L'agente Jim Fitzgerald si ritrova nell'FBI a seguire uno dei casi storici dell'agenzia, quello di Unabomber. Fitz viene catapultato in questa indagine e riesce a darne una svolta introducendo l'idea della linguistica forense, analizzando le lettere del misterioso criminale. Ma l'indagine non sarà priva di sacrifici.
La miniserie in otto episodi di Discovery Manhunt: Unabomber esplora uno dei momenti più critici dell'FBI, la ricerca di Unabomber che si rivelò essere la più costosa della storia dell'agenzia e venne risolta solo introducendo una nuova forma di investigazione basata sull'analisi del linguaggio, dopo anni di false piste ed indizi finiti per rivelarsi buchi nell'acqua.
Creata da Andrew Sodroski con la collaborazione del vero Fitzgerald e diretta da Greg Yaitanes (Dr.House, Banshee), la serie prova a tratti a proporre uno stile documentaristico e alterna due linee temporali diverse, una nel presente dove il criminale è stato catturato e Fitz deve convincerlo a dichiararsi colpevole e l'altra che segue le indagini.
Quello che convince di meno è proprio la figura del protagonista Fitz, forse anche a causa dell'interpretazione poco variata di Sam Worthington (Avatar, Scontro tra Titani) che dovrebbe, invece, porsi come contraltare di Unabomber interpretato da Paul Bettany (il Jarvis dell'universo Marvel) per proporre uno scontro tra cacciatore e preda anche se, come spesso accade in queste situazioni, non si sa bene chi sia l'uno e l'altro.
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