giovedì 25 giugno 2020

Agents of Shield - Recensione 7x05 "A Trout in the Milk"



Le cose si complicano per il team Shield, questa volta negli anni Settanta e in una linea temporale ormai modificata....

AoS continua la sua corsa sfrenata nel tempo dove ormai per colpa dei Chronicoms il futuro sta cambiando e - nel tipico stile della serie - più i nostri eroi cercano di salvare il futuro più continuano a modificarlo.
Sembra uno scenario senza speranza, con il nemico sempre un passo avanti e quindi impossibile da fermare ma siamo nel team Shield, quindi.....


AoS attinge al passato fumettistico della Marvel con May e Coulson insieme sotto copertura nella familiare Lighthouse che cercano di ricostruire il loro rapporto con Coulson paziente e accogliente e May sempre più inquieta e preoccupata per il suo futuro.


Sousa è una aggiunta che da equilibrio al gruppo sia nel rapporto con Coulson che ha finalmente un interlocutore del suo livello, sia con Daisy con la quale lega rapidamente e con la quale probabilmente passerà il prossimo episodio isolato dal team.
Infatti, l'episodio ci mostra il gruppo ancora una volta diviso e in pericolo, con May e Coulson catturati dallo Shield, Daisy e Sousa rapiti dal giovane Malick e Mack con Enoch, Jemma e Deke sullo Zephyr. E riguardo a Jemma, resta un mistero la sua vera natura ora che mostra un qualche apparecchio nel collo: forse un inibitore della memoria in caso fosse catturata dai Chronicoms? Solo il tempo ce lo dirà....
Resta appesa la questione di chi ci sia nella foto che trovano Yo-Yo e Deke e il fatto che quest'ultimo abbia ucciso a sangue freddo Malick.



Troviamo qui il primo grande collegamento con il MCU con il progetto "Insight" già visto in The Winter Soldier e con la citazione di Bruce Banner, come se la serie in chiusura della sua storia volesse ricordare ancora una volta, per i più distratti, come non solo sia parte del MCU ma ne sia la spina dorsale avendo attraversato trasversalmente tutte le storyline dell'universo cinematografico.


Menzione speciale per l'ennesima variazione dell'intro secondo la decade dell'episodio. Questa stagione, inoltre, si caratterizza per un uso massiccio della musica pop, rock e disco, laddove nelle precedenti sei stagioni se ne è fatto un uso centellinato.


Piccole curiosità sull'episodio: Daisy per la prima volta chiama Coulson "dad" proprio ora che il vero Coulson non c'è più. Coulson, a sua volta, aveva detto che Daisy era come una figlia per lui, ma non a lei, solo a May (stagione 3 episodio 18 The Singularity). 
Altra curiosità: preso alla sprovvista da Malick, Coulson dice che il suo nome è Patrick Kutik che assomiglia molto a Pachakutiq, il demone che divide il corpo di Coulson con Sarge!


Dal promo del prossimo episodio, sembra che Coulson affronterà i Chronicoms direttamente e con una frase accattivante "morire è il mio superpotere" che non promette nulla di buono.....


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