domenica 27 novembre 2011

Media Mutations 2012


Vi segnalo che nei giorni 22 e 23 maggio 2012, presso il Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Università di Bologna, si svolgerà il convegno internazionale di studi Media Mutations 4 (a cura di Claudio Bisoni e Veronica Innocenti), quest'anno dal titolo "Ecosistemi narrativi: flussi, trasformazioni, usi sociali". Si tratta della seconda tappa di un percorso dedicato allo studio degli ecosistemi narrativi, resasi necessaria dopo i riscontri ottenuti con la scorsa edizione.


Ecco il CFP:

Media Mutations 4
Ecosistemi narrativi: flussi, trasformazioni, usi sociali a cura di Claudio Bisoni e Veronica Innocenti
22 e 23 maggio 2012

Dopo il successo riscosso dalla terza edizione di Media Mutations (Media Mutations 3. Ecosistemi narrativi. Spazi, strumenti, modelli, Dipartimento di Musica e Spettacolo, Bologna, 24-25 maggio 2011), si è avvertita l’esigenza di continuare a perlustrare un campo e un oggetto di indagine che si sono rivelati proficui. L'approccio a ecosistema permette di mettere in luce aspetti rilevanti della produzione mediale contemporanea, e in particolare: la complessità, che non è catturata da schematizzazioni narrative canoniche; la dinamicità, che rimanda a universi narrativi durevoli e cangianti, e non a testi chiusi e finiti; il carattere unitario, che rende necessario abbandonare una visione medium specific a vantaggio di un punto di vista olistico. Se nell’edizione 2011 ci si era concentrati su questioni di definizione, di repertorio e di analisi di forme narrative, emerge ora l’esigenza di indagare in modo più sistematico gli aspetti processuali degli ecosistemi. Si tratta dunque di fornire modelli del cambiamento, cioè di rendere conto di tutti quei processi che caratterizzano l'esistenza e le funzionalità (narrative, culturali, economiche) degli ecosistemi.
Da qui, in relazione al secondo punto, la necessità di soffermarsi su altri aspetti determinanti:
  • ● le dinamiche di flusso
  • ● le trasformazioni
  • ● i parametri di usability
  • policies e nuovi modelli di business
    Più nel dettaglio:
    - Gli ecosistemi narrativi testimoniano un cambiamento di fondo della logica dei media, i quali non creano più primariamente relazioni tra soggetti, non esprimono intenzioni comunicative puntuali e circoscrivibili. Abbiamo a che fare con un sistema complesso a nebulosa, una galassia impersonale rispetto a cui è possibile fare prelievi localizzati, ritagliare oggetti usabili e abitabili, talvolta anche in grado di instaurare relazioni affettive e attaccamenti passionali durevoli. Dunque, a un’economia monetaria si affianca un’economia cognitiva: dalla sinergia tra le due si generano contenuti narrativi e flussi che li regolano. Finora sono state descritte soprattutto due dinamiche di flusso: una verticale, legata al broadcasting, e una orizzontale, legata alle dinamiche grassroots. Parlare di flussi significa anche avere a che fare con problemi di logistica. Vale a dire attività di organizzazione, gestione, movimentazione e coordinamento di flussi di materiali e informazioni lungo una catena produttiva completa. In che modo un ecosistema si distribuisce su canali mediali ramificati? Attraverso quali modelli progettuali e con quali strategie narrative si articola su diverse piattaforme? Come questa articolazione ridefinisce i rapporti sistemici tra i principali fattori coinvolti (audience, istituzioni, tecnologie, oggetti mediali)?
    - Un’attenzione particolare va indirizzata alla resilienza degli ecosistemi e ai meccanismi messi in atto per rispondere alle perturbazioni che li investono. Cosa succede quando all’interno di un ecosistema si manifesta una variazione che ne turba l’equilibrio? Per esempio, cosa succede al sistema finzionale complessivo di una serie televisiva quando, per una causa esterna, uno dei protagonisti principali si rende indisponibile? In termini più ampi: quali forme di celebrity sono rese possibili da sistemi adattabili e in continua trasformazione? Qual è il rapporto tra i processi di serializzazione diffusi nella produzione mediale e la capacità degli ecosistemi narrativi di perdurare nel tempo? In che modo, in una prospettiva comparata, è possibile fare interagire la prospettiva ecosistemica con paradigimi di ricerca già consolidati (analisi tradizionale del racconto, media studies)? Rispondere a queste domande comporta anche la capacità di campionare e analizzare dati empirici ed equivale all’invito a individuare e dare il giusto rilievo a strumenti di indagine quantitativa, talvolta trascurati nello studio tradizionale dei media (o confinati entro paradigmi di ricerca di ambito soprattutto sociologico).
- È necessario togliere valore metaforico all’idea degli ecosistemi come luoghi abitabili e degli oggetti mediali come strumenti manipolabili. Cosa significa nel concreto abitare un ecosistema mediale? Quanto incidono il design e l'ergonomia sull'utilizzo che si fa dei contenuti mediali? In che modo i mondi costruiti dagli ecosistemi sono “mondi incidenti” sulla realtà? Quali ripercussioni sono individuabili sul piano delle diete di consumo degli utenti? In che modo si ridefiniscono le tradizionali nozioni di “uso sociale dei media”, di “relazione mediale”? Da questo punto di vista, un ambito di ricerca particolarmente promettente è quello videoludico, in particolare per ciò che riguarda pratiche come gli Alternate Reality Games (ARG), nei quali, proprio a causa delle costruzioni mediali e narrative che si dispongono attorno al giocatore, l'esperienza immersiva assume una complessità del tutto particolare (Mixed Reality).
- Va infine considerata la questione delle policies e dei modelli di business. Quali strategie sono state utilizzate dagli attori istituzionali (stati, organismi sovranazionali, broadcaster) per fare i conti con pratiche che incidono sulla logistica dei flussi, si pensi solo alla digital piracy? Quali le prospettive di business e di redditività dei prodotti mediali realisticamente praticabili? Quale l’incidenza di economie non monetarie (economie della reputazione, affettive, relazionali)? In questo contesto, qual è il rilievo delle forme di aggregazione e partecipazione mediale (community, culture partecipative, pratiche di condivisione)?
Deadline per l’invio delle proposte: 31 gennaio 2012
Gli esiti della selezione delle proposte saranno comunicati entro il 29 febbraio 2012.
Lingue ufficiali: italiano e inglese. Le proposte, massimo 3000 battute, andranno redatte in inglese, mentre il paper potrà essere presentato in inglese o in italiano.
L'invio delle proposte avverrà esclusivamente tramite questo link:
https://www.easychair.org/conferences/?conf=mm4 
Per informazioni contattare:
Claudio Bisoni (claudio.bisoni2@unibo.it) o Veronica Innocenti (veronica.innocenti@unibo.it)

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