La serie antologica è il formato che più viene preferito dagli autori di genere horror sul piccolo schermo: la chiusura narrativa di ogni singolo episodio - tipica di questo formato - aiuta a superare il problema identificativo dello spettatore tra vittima e carnefice. E', infatti, questo uno dei problemi dell'horror in tv poichè risulta difficile identificare un horror televisivo nonostante ci siano molte serie che trattano di mostruosità e sovrannaturale. Quello che manca in tv è, principalmente, la ‘paura’ cioè la componente primaria in un horror. Manca il senso di minaccia, manca l’identificazione nella vittima (o nel carnefice), principalmente poiché nelle serie tv il focus non è né sulla vittima né sul carnefice ma su un terzo polo che può essere un investigatore o un protagonista di altro genere. Manca anche l’identificazione con il sopravvissuto che è di norma la figura primaria con cui si identifica lo spettatore.
giovedì 31 maggio 2007
mercoledì 30 maggio 2007
Hill Street Blues e la Quality Tv della MTM
Hill Street Blues (1981) è considerata la serie che fa da spartiacque non solo per il genere poliziesco ma per la serialità in generale. La serie prodotta da Steven Bochco, esperto del genere poliziesco (che produrrà anche LA Law, NYPD Blue, Blind Justice), per la prima volta abbandona l’idea della coppia di poliziotti o investigatori per approdare ad un modello di narrativa corale che si sviluppa sulla sovrapposizione di più storie, tutte ugualmente importanti. La difficoltà da parte del pubblico a seguire tutte le linee narrative fece si che andando avanti negli episodi si identificasse un nucleo centrale di protagonisti che rimangono, comunque, in numero notevole rispetto allo standard del genere. La serie rispetta le norme del genere per quanto riguarda il modello iconografico (ambientazione cittadina, poliziotti in divisa ed in borghese, inseguimenti e sparatorie) ma modifica l’assunto secondo il quale per quanto cinico e disincantato il poliziotto era, comunque, onesto e leale. Qui i poliziotti sono corrotti, la linea di demarcazione tra bene e male è sfocata, anche i buoni sbagliano ed a volte i loro sbagli portano a conseguenze devastanti come la morte del proprio compagno di pattuglia. Dopo un inizio difficoltoso, la serie ha avuto un notevole successo, soprattutto di critica, nonostante si allontanasse dagli standard del genere e risultasse più difficile identificarsi e simpatizzare per i protagonisti.
martedì 29 maggio 2007
The Television Kingdom
La mini serie danese The Kingdom (1994) di Lars Von Trier, padre del Dogma, racconta le vicende di un ospedale al centro di Copenaghen dove si muovono dottori, infermieri, malati e spettri. La cifra stilistica scelta dal regista è quella che verrà codificata un anno più tardi dal manifesto Dogma 95: macchina da presa a mano, fotografia sgranata, montaggio nervoso. Contemporaneamente, però, The Kingdom è quanto di più lontano si può immaginare dal Dogma poiché utilizza la narrativa di genere, effetti speciali, effetti di postproduzione che determinano l’immagine sgranata, stile dovuto alla ripresa in 16mm trasportata su videotape ed infine riversata su 35mm. L’effetto è quello di una fotografia monocromatica ibridata con l’estetica documentaristica utilizzata nella serie.
lunedì 28 maggio 2007
Beam me up, Scotty!
Parlando di Cult Television è impossibile non citare Star Trek, la serie che ha rappresentato il primo esempio di Cult globale ed è tutt'oggi oggetto di venerazione di fans e studiosi.
Prodotta da Gene Roddenberry dal 1966, narra le avventure dell’Enterprise che accoglie un equipaggio multietnico di uomini e donne, rappresentando un messagio forte in periodo di Guerra Fredda, quando cioè regna la paura del diverso.
domenica 27 maggio 2007
Il western del nuovo millennio
Tra i generi che maggiormente hanno riscosso successo sul piccolo schermo, il western è quello che più ha risentito dell'evoluzione della serialità verso nuove forme narrative. Genere di grande successo negli anni '50, a differenza del western al cinema, in televisione viene abbandonata l’idea dell’eroe solitario a favore di una visione più familiare e, comunque, più sociale. Questo è dovuto alla necessità di espandere le storie in più direzioni per coprire le decine di ore che compongono una serie. Inoltre, il western è spesso associato ad una rappresentazione estremamente violenta della società, violenza non accettabile per una visione familiare come quella televisiva. Così, in televisione, il genere si declina più frequentemente con drammi familiari piuttosto che con epici scontri tra buoni e cattivi.
Per anni, poi, il western è quasi totalmente scomparso nella sua forma più classica al cinema ed in televisione. Negli ultimi anni, comunque, sono riscontrabili tentativi di alto livello per vivificare il genere: Deadwood (2004), prodotta dalla HBO, è creata da David Milch (nel suo curriculum capolavori come NYPD Blue e Hill Street Blues) e vede Walter Hill dietro la mdp nel pilot. Into the West (2005) è invece una mini serie prodotta dalla DreamWorks che vede il nome di Steven Spielberg tra i produttori.
Ma l'esempio più interessante resta la serie Firefly (2002) che ha dato origine al film Serenity (2005) entrambi di Joss Whedon (creatore di Buffy); la serie presenta una ibridazione tra fantascienza ‘alla Alien’ e western classico con tanto di rapina al treno e duelli al sole. Pur se il genere principale resta la fantascienza, sono forti i richiami al western nell’apparato iconografico e ideologico: il protagonista, il capitano Malcolm Reynolds, interpretato da Nathan Fillion, è diretto erede di tanti cowboys e sceriffi del west, leale e disincantato, forte ma non invincibile, con un passato che lo ha ferito e reso meno ingenuo senza perdere una necessaria dose di idealismo.
I richiami iconografici toccano anche il war movie, l’Hong Kong movie, il filone di fantascienza più classico che fa capo a Star Wars; insomma Whedon gioca con i generi prendendo ciò che è funzionale alla storia o semplicemente ciò che esteticamente arricchisce un personaggio.
Sulle serie sono stati pubblicati due volumi Official Companion con interessanti analisi dell'aspetto visuale della serie, il volume critico Finding Serenity a cura di Jane Espenson (già produttrice e sceneggiatrice di Buffy e Angel oltre che della stessa Firefly), e il libro in uscita a cura di Wilcox e Cochran Investigating Firefly and Serenity.
Per anni, poi, il western è quasi totalmente scomparso nella sua forma più classica al cinema ed in televisione. Negli ultimi anni, comunque, sono riscontrabili tentativi di alto livello per vivificare il genere: Deadwood (2004), prodotta dalla HBO, è creata da David Milch (nel suo curriculum capolavori come NYPD Blue e Hill Street Blues) e vede Walter Hill dietro la mdp nel pilot. Into the West (2005) è invece una mini serie prodotta dalla DreamWorks che vede il nome di Steven Spielberg tra i produttori.
Ma l'esempio più interessante resta la serie Firefly (2002) che ha dato origine al film Serenity (2005) entrambi di Joss Whedon (creatore di Buffy); la serie presenta una ibridazione tra fantascienza ‘alla Alien’ e western classico con tanto di rapina al treno e duelli al sole. Pur se il genere principale resta la fantascienza, sono forti i richiami al western nell’apparato iconografico e ideologico: il protagonista, il capitano Malcolm Reynolds, interpretato da Nathan Fillion, è diretto erede di tanti cowboys e sceriffi del west, leale e disincantato, forte ma non invincibile, con un passato che lo ha ferito e reso meno ingenuo senza perdere una necessaria dose di idealismo.
I richiami iconografici toccano anche il war movie, l’Hong Kong movie, il filone di fantascienza più classico che fa capo a Star Wars; insomma Whedon gioca con i generi prendendo ciò che è funzionale alla storia o semplicemente ciò che esteticamente arricchisce un personaggio.
Sulle serie sono stati pubblicati due volumi Official Companion con interessanti analisi dell'aspetto visuale della serie, il volume critico Finding Serenity a cura di Jane Espenson (già produttrice e sceneggiatrice di Buffy e Angel oltre che della stessa Firefly), e il libro in uscita a cura di Wilcox e Cochran Investigating Firefly and Serenity.
sabato 26 maggio 2007
I'm not Superman
Considerata per anni parente povera, la sit-com è oggi uno dei generi in cui gli autori si dilettano a sperimentare nuove forme narrative. Scrubs (2001), ad esempio, presenta entrambi i tratti della serie e della sit-com. Dalla serie prende la complessità delle storie, il numero dei personaggi – anche secondari –, la differenza delle location – anche all’aperto pur se in numero minore. Dalla sit-com prende la costruzione delle location interne (centralità del salotto con divano intorno alla quale ruota la narrazione), durata (circa 22 minuti), il tono di commedia. Il tutto in una costruzione di ambientazione ospedaliera alla ER ma in tono surreale.
venerdì 25 maggio 2007
24 o l'estetica dello split screen
La serie 24 creata nel 2001 da Robert Cochran e Joel Surnow è arrivata oggi alla settima stagione prevista per gennaio 2008 ed è riuscita fino ad ora a restare sempre ai vertici degli ascolti. L’originalità di questa serie risiede nella struttura narrativa: ogni episodio racconta un’ora in tempo reale ed una stagione è composta da 24 episodi che narrano una giornata dell’agente Jack Bauer dell’antiterrorismo di Los Angeles, di volta in volta impegnato a sventare un piano per assassinare il Presidente degli Stati Uniti, un attacco biologico o nucleare e così via.
giovedì 24 maggio 2007
Little Cult
La creazione di prodotti Cult e di qualità per il piccolo schermo non è, ovviamente, una prerogativa statunitense. La Gran Bretagna, ad esempio, ha da sempre realizzato serie che sono entrate nell'immaginario collettivo. Da The Avengers a The Prisoner, da Doctor Who a Space: 1999, il Regno Unito ha creato ed esportato prodotti in grado di competere con le produzioni dei cugini americani.
mercoledì 23 maggio 2007
House sono io
Creata nel 2004, House M.D. è ormai stabilmente al top del rating di audience statunitense ed europeo. La serie, che vede tra gli executive producer il nome di Bryan Singer (anche regista del pilot), punta tutto o quasi sulla figura del protagonista interpretato da Hugh Laurie, attore inglese ormai divenuto una vera e propria star grazie al medico competente ma cinico e sarcastico come poche volte si è visto sul piccolo schermo.
martedì 22 maggio 2007
L'isola della tv
Se X-Files è stata la serie che ha segnato gli anni Novanta, questo primo decennio del 2000 resterà senz'altro segnato da Lost, la serie creata da Jeffrey Lieber, J.J.Abrams e Damon Lindelof nel 2004. La storia di un gruppo di sopravvissuti ad una sciagura aerea, persi nel mezzo dell'oceano e costretti a lottare per la propria vita, continua ad appassionare milioni di spettatori in tutto il mondo. Anche qui un cast corale si muove in un contesto fantasy incarnato dall'isola stessa che diviene personaggio (malefico) a tutti gli effetti. Ogni sopravvissuto dovrà fare i conti con il proprio passato e sarà costretto ad affrontare i propri demoni personali.
lunedì 21 maggio 2007
Cult Books
Esce tra due giorni il nuovo libro di Sara Jones, Television, Cult and The Fantastic che affronta il tema delle serie tv che hanno raggiunto lo stato di Cult e, contemporaneamente, un grande successo di critica e pubblico. Il testo analizza la metatestualità che viene determinata dal successo commerciale di questi prodotti (libri, fumetti, videogames, ecc.). L'autrice, insieme a Roberta Pearson, ha già pubblicato l'interessante Cult Television nel 2004.
In entrambi i libri vengono trattate serie come X-Files e Buffy ma in questo di prossima pubblicazione verranno analizzati anche prodotti cinematografici che hanno creato saghe Cult come Star Wars o Lord of the Rings.
Diversi sono i testi che affrontano il tema del Cult. Focalizzati sulla televisione, segnalo Quality Popular Television di Jancovich e Lyons, Cult Tv: The Golden Age of ITC di Sellers che si focalizza sulla british production, e tutta la produzione della casa editrice I.B.Tauris, specializzata in monografie sulle serie tv.
Allargando il campo anche al cinema, sono senz'altro da studiare i libri di Harper, Unruly Pleasures. The Cult Film and its Critics, di Jancovich, Reboll, Stringer e Willis, Defining Cult Movies e The Cult Film Reader che uscirà il prossimo agosto a cura di Mathijs e Mendik (quest'ultimo direttore del Cult Film Archive della Brunel University).
Una ultima segnalazione per un saggio estremamente importante sul tema del Cult: Casablanca. Cult Movies and Intertextual Collage di Umberto Eco (vari scritti di Eco sono reperibili sul sito The Modern Word).
Buona lettura!
domenica 20 maggio 2007
We can be Heroes just for one day...
E' una delle serie contemporanee maggiormente apprezzate dal pubblico e dalla critica statunitense, eppure è solo alla sua prima stagione. Heroes, creata da Tim Kring, racconta la vita di persone comuni che scoprono di avere poteri speciali come poter volare, leggere nella mente altrui, essere indistruttibili, potersi rendere invisibili, viaggiare nel tempo e così via.
sabato 19 maggio 2007
The Cult Experience di X-Files
È stata la serie che ha segnato gli anni '90 e che ha ridefinito il concetto di Cult sul piccolo schermo. X-Files, come ormai tutti sanno, è la storia delle investigazioni di casi "particolari" legati a fatti apparentemente inspiegabili da parte degli agenti Mulder e Scully.
venerdì 18 maggio 2007
Veronica torna a casa
Veronica Mars chiude i battenti! La notizia è recente: la CW non ha rinnovato per la prossima stagione la serie creata da Rob Thomas che si ferma a tre stagioni, con l'ultimo episodio in onda nei prossimi giorni negli Stati Uniti.
giovedì 17 maggio 2007
The Day After di Jericho
E' da pochi giorni che in rete si è sparsa la notizia che la CBS non ha rinnovato Jericho, la serie tv alla sua prima stagione negli USA ed in arrivo sui nostri schermi. Di cosa si tratta?
Jericho è una piccola cittadina del Kansas che si trova improvvisamente isolata dal resto del mondo a causa di un attacco nucleare. La serie segue le vicende degli abitanti della piccola cittadina che si trovano a dover fronteggiare questa terribile emergenza.
mercoledì 16 maggio 2007
Un Cult sempre verde
Mi piace dedicare il primo post completo alla mia serie tv preferita:
Buffy The Vampire Slayer.
Questa serie tv creata da Joss Whedon può essere senz'altro indicata come chiaro esempio di "televisione di qualità", concetto molto ricorrente nei Television Studies.
Cosa si intende per "televisione di qualità"?
Gli studi sull'argomento sono molti e spesso discordi, ma tutti i critici e gli studiosi concordano su alcuni punti:
un "pedigree" di qualità, un cast allargato, una storia che ha memoria, un nuovo genere creato dall'ibridazione dei generi classici, una complessità narrativa che si sviluppa in linee orizzontali, un fandom attivo.
Buffy presenta tutte queste caratteristiche. Se non avete mai visto la serie, provate a superare il primo impatto da teen drama e scoprirete un mondo complesso e ricco di spunti di riflessione.
A dimostrazione di come questa serie riesca ancora a stimolare riflessioni e discussioni, arrivano in questi giorni due call for papers ad essa dedicati:
la Conferenza Buffy Hereafter che si terrà ad Istanbul ad ottobre e la
Terza Slayage Conference che si terrà nel giugno 2008 negli USA.
Poche serie hanno prodotto così tanti studi e analisi. Basta consultare il sito Slayage per rendersene conto.
Enjoy!!!!!!!!
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