venerdì 25 maggio 2007

24 o l'estetica dello split screen

La serie 24 creata nel 2001 da Robert Cochran e Joel Surnow è arrivata oggi alla settima stagione prevista per gennaio 2008 ed è riuscita fino ad ora a restare sempre ai vertici degli ascolti. L’originalità di questa serie risiede nella struttura narrativa: ogni episodio racconta un’ora in tempo reale ed una stagione è composta da 24 episodi che narrano una giornata dell’agente Jack Bauer dell’antiterrorismo di Los Angeles, di volta in volta impegnato a sventare un piano per assassinare il Presidente degli Stati Uniti, un attacco biologico o nucleare e così via.



La serie, prodotta dalla FOX, presenta un team di sceneggiatori con nomi di primo livello tra cui David Fury (Buffy, Angel, Lost), Howard Gordon (X-Files, Buffy, Angel), Manny Coto (Enterprise, The Outer Limits, Tales from the crypt).
La narrazione di 24 è a dir poco concitata: ogni evento è raccontato e, se pur il personaggio di Bauer, interpretato da Kiefer Sutherland è il principale protagonista, le storie sono molteplici, in contemporanea, tutte necessarie alla comprensione della storia.
Dal punto di vista della sceneggiatura, tutti gli elementi sono intrecciati tra loro ed ogni episodio è ricco di particolari ed accadimenti. Per consentire allo spettatore di seguire l’intricata storia a distanza di una settimana, oltre all’inevitabile previously ad inizio puntata, cioè un brevissimo riassunto delle puntate precedenti, la storia si nutre di una sovrabbondanza narrativa in cui gli elementi vengono ripresi e ripetuti in continuazione per permettere di seguire gli sviluppi di accadimenti precedenti, nella storia accaduti poche ore prima, nella realtà settimane prima.

C’è, però, un altro elemento fortemente significativo nella serie, lo split screen, che viene utilizzato a livello narrativo in due modi diversi. Un primo esempio è dato dallo scambio del punto di vista cioè viene mostrata la stessa scena da due inquadrature diverse. Questa scelta crea movimento nell’immagine ma, dal punto di vista narrativo, non porta ad un avanzamento della storia. Diverso il secondo utilizzo più comune nella serie. Attraverso lo split screen in tre o quattro inquadrature, vengono mostrati momenti delle storylines che accadono contemporaneamente, anche non legati direttamente tra loro. In questo modo lo spettatore può ricapitolare le differenti storie attraverso pochi secondi di immagini, spesso in prossimità dello stacco pubblicitario. Conversazioni telefoniche, azioni contemporanee, scambio di informazioni, necessità di uno stop ad un racconto spesso iper accelerato; in tutti questi casi lo split screen diventa meccanismo attivo di racconto anche quando, esplicitamente, viene utilizzato solo per donare uno stile unico alla serie, una estetica molto vicina a quella del videoclip o dello schermo del computer che vive di immagini multiple. L’utilizzo dello split screen, inoltre, lavora su una dilatazione del tempo in un racconto come detto concitato che non lascia spazio a riflessioni su azioni spesso irreali. Il contrasto tra scene dense di azioni e lo split screen che, invece, impone una pausa, crea un mix di rallentamento e accelerazione poco praticato sul piccolo schermo.

Sulla serie esiste un interessante Behind the Scenes ricco di immagini, i volumi Official Companion (per ora solo delle prime 4 stagioni) e l'analisi critica a cura di Peacock Reading 24. Una versione leggermente diversa della postfazione di quest'ultimo volume a cura di David Lavery, è reperibile sulla rivista Flow.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

porca paletta, stai parlando della + grande serie del 21° secolo. il ritmo e la suspense fatti fiction!
onore e gloria a jack: quel "la cina non dimentica, agente Bauer" ce l'ho ancora nelle orecchie!

Unknown ha detto...

ciao Barbara!Sto scrivendo una tesi sull'uso dello split screen nel cinema e accenno anche a quello che se ne fa in tv...e quindi parlerò anche di 24h(che, confesso, ancora non ho mai visto...)hai libri da segnalare sull'argomento...non che non abbia un relatore..ma non si sa mai da dove può venire un buon suggerimento e visto che ti vedo ferrata sull'argomento...:)grazie comunque!

Barbara Maio ha detto...

Ciao Alessandra, su 24 è disponibile un bel volume:
Steven Peacock (eds.) Reading 24. Tv against the clock (IB Tauris, 2007)

tienimi aggiornata sulla tua tesi! Barbara

Unknown ha detto...

grazie mille...gentilissima!...
certo che ti terrò informata. Dovrei laurearmi a Febbraio, se tutto va bene!
a presto