giovedì 24 maggio 2007

Little Cult

La creazione di prodotti Cult e di qualità per il piccolo schermo non è, ovviamente, una prerogativa statunitense. La Gran Bretagna, ad esempio, ha da sempre realizzato serie che sono entrate nell'immaginario collettivo. Da The Avengers a The Prisoner, da Doctor Who a Space: 1999, il Regno Unito ha creato ed esportato prodotti in grado di competere con le produzioni dei cugini americani.



In tempi più recenti, un prodotto in particolare si è imposto all'attenzione di pubblico e critica: Little Britain. Creata nel 2003 da Matt Lucas e David Walliams, la serie è uno sketch show in forma di sit-com con una carrellata di personaggi rappresentativi di archetipi della cultura britannica inseriti in un contesto geografico ben definito: abbiamo così Daffyd, l’unico gay in un piccolo villaggio, fiero portatore della sua omosessualità tutta chiacchiere e niente azione; Marjorie, leader di un gruppo di persone insieme per perdere peso che insulta ed umilia gli altri membri; Vicky, adolescente problematica tipico risultato delle periferie britanniche; Sebastian, scrupoloso segretario del Primo Ministro (interpretato da Anthony Head e apertamente ispirato a Tony Blair) e innamorato del suo superiore e molti altri ancora.

La narrazione a sketch richiama inevitabilmente l’esperienza dei Monty Python: come nelle brevi scene del Flying Circus, Little Britain crea dei micromondi dove si svolge l’azione, che sia un negozio, l’aula del Parlamento o la strada di periferia. Ogni personaggio è perfettamente integrato nel suo ambiente ed i luoghi diventano di primaria importanza e parte della narrazione poiché Little Britain, pur muovendosi nell’ambito della commedia, vuole essere una critica della società con i suoi riti e miti.
Dal punto di vista produttivo, la costruzione dei vari segmenti rappresenta un buon esempio di ibridazione. Gli episodi sono divisi tra interni ed esterni: per le riprese in esterno le ambientazioni variano e si effettua un piano di lavoro unico per ogni segmento. Una volta terminate le riprese esterne, una prima versione del montato viene mostrata al pubblico negli studi della BBC. Se qualche scena non convince, c’è abbastanza tempo per rivedere lo sketch. Lo stesso pubblico, poi, diventa spettatore delle scene in interno che vengono recitate dagli attori come a teatro dopo lunghe prove. Le scene vengono riprese e montate con quelle esterne, tenendo le risate vere del pubblico.

Sulla serie esiste l'interessante testimonianza diretta degli autori con il volume Inside Little Britain, mentre per approfondire il discorso sulla british television suggerisco il libro di Chapman Saints and Avengers, quello di Cooke British Television Drama e quello di Caughie Television Drama.

Una ultima nota su Little Britain. Nella versione originale, i vari segmenti sono collegati tra loro dalla voce narrante di Tom Baker, attore inglese noto per essere stato, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, il mitico Doctor Who.

1 commento:

Anonimo ha detto...

L?inghilterra fa cose notevoli, e molto meno pubblicizzate: basti vedere un vero e proprio gioiello come Hustle, mandato allo sbaraglio su La7 quando si mangerebbe 374 delle serie non solo europee in circolazione!
per non parlare di quel mezzo genio di ricky gervais, con the office e extras